Maestà di Roma. Da Napoleone all'Unità d'Italia
Con la mostra "Maestà di Roma. Da Napoleone all'Unità d'Italia", il cui commissario generale è Olivier Bonfait, un altro periodo della storia artistica della città viene riacquisito e portato alla luce restituendolo alla sua complessità, fuori dal consolidato luogo comune che ha sempre visto la Roma ottocentesca e preunitaria come un periodo tutto decadenza e torpore. Il racconto che questa mostra sviluppa su tre delle sedi più prestigiose del panorama espositivo internazionale - le Scuderie del Quirinale, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e l'Accademia di Francia a Villa Medici - è assolutamente avvincente e del tutto innovativo. Ne viene fuori una Roma, quanto mai eclettica e cosmopolita, popolata da giovani artisti, collezionisti, viaggiatori e persone di cultura di ogni parte del mondo che a Roma vengono per confrontarsi con quelli che sono i temi che da sempre questa città evoca e impone: l'idea di eternità e l'idea di universalità. La stessa Roma cui si riferiva il grande storico Theodor Mommsen quando, nel 1871, chiese con molta insistenza a Quintino Sella, allora Ministro delle Finanze e impegnato a ridisegnare il profilo urbanistico della nuova capitale: "Ma che cosa intendete fare a Roma? Questo ci inquieta tutti: a Roma non si sta senza avere propositi cosmopoliti". Come a dire, non dimenticate mai che Roma è un patrimonio universale (dalla introduzione di Walter Veltroni, sindaco di Roma).
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