Il violinista pazzo
Le poesie inglesi raccolte sotto il titolo di The Mad Fiddler (Il violinista pazzo) offrono un'ulteriore testimonianza del 'bilinguismo' letterario di Fernando Pessoa, che, se da un lato dichiarava essere la sua patria la lingua portoghese, dall'altro, proprio in lingua inglese, ha lasciato alcuni importantissimi cicli di poesie, dall'Epithalamium all'Antinous, dai Trentacinque sonetti alle tante composizioni del suo 'eteronimo' Alexander Search. È certamente il Pessoa dei nove anni di permanenza a Durban in Sudafrica (1896-1905) - il giovane Pessoa studente modello del liceo locale, vorace lettore di classici e romantici inglesi e americani come Shakespeare, Milton, Byron, Shelley, Keats, Poe - che sta alla base della scelta linguistica e di non pochi motivi di queste poesie; ma non va neppure dimenticato che gli anni di composizione di questa raccolta, alla quale il poeta si accinge dopo il suo rientro a Lisbona, sono quelli dei più rivoluzionari movimenti d'avanguardia dell'epoca, gli anni dei due numeri della rivista «Orpheu», il secondo diretto proprio da Pessoa e dal suo amico Mário Sá-Carneiro. Le poesie de "Il violinista pazzo" scaturiscono proprio da questa doppia ispirazione del suo autore, che - come scrive Amina di Munno nella prefazione - è senza dubbio un grande «innovatore, ma è altresì il cultore di principi che trascendono le categorie del tempo, è il modernista e il seguace della tradizione in quel che di mitico ed enigmatico essa racchiude». ?