Il carattere dei cani e altri scritti
Robert Louis Stevenson (1850-1894) non è stato soltanto il grande narratore che tutti conosciamo. Attento osservatore della propria epoca, lo scrittore scozzese ha infatti lasciato anche scritti di diversa ispirazione, generalmente legati alle sue vicende biografiche. Tra questi scritti "giornalistici" spicca per originalità l'acuto e divertente "Il carattere dei cani", pubblicato per la prima volta su «The English Illustrated Magazine» nel 1883. Scrive Stevenson: «I cani vivono con l'uomo come i cortigiani intorno al monarca. La loro principale preoccupazione è di poter entrare nelle buone grazie di questo mondo di piccoli guadagni e di carezze. E io leggo nella vita di questi nostri compagni gli stessi procedimenti della ragione, gli stessi antichi e fatali conflitti del giusto contro l'ingiusto, la stessa lotta contro le consuetudini troppo rigide. Li vedo con le nostre debolezze, eppure... Eppure, mentre si affrettano davanti a me nella strada con la coda in aria, o mi si avvicinano solo per sollecitare il mio sguardo, capisco che lo scopo segreto della loro vita resta per noi imperscrutabile...». Ed è proprio questo segreto, il mistero delle loro vite e del nostro reciproco affetto, a costituire il fascino maggiore del nostro rapporto con loro. Completano questo nostro volume altri due scritti d'ispirazione autobiografica, dove rivive la magica Scozia dello scrittore: "Pastorale" e "Un vecchio giardiniere scozzese".
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