L' apocrifo nel baule
«Sin dal corsivo d'apertura, la nuova raccolta di Michele Brancale si circonda di una flebile aura di mistero (...) Vero o inventato che sia il primo personaggio, il testo risultante si atteggia a commistione di due sguardi diacronicamente differenti. Anche a riprova di questo, forse l'esperienza più sorprendente del libro è appurare come la penna di Michele Brancale sappia - nella prima sezione, Guerra e pace - rendere impalpabili i confini tra il racconto delle battaglie navali o dei naufragi, durante il secondo conflitto mondiale, e il dramma della migrazione per mare - scacco perpetuo delle coscienze e delle società odierne, emergenza che connota indelebilmente il nostro presente e misura quotidianamente la nostra umanità (...) Evidente è poi la piacevole polifonia di registri: se dell'inizio drammatico ho già detto, l'autoironia, mista allo struggimento amoroso o per la lontananza dalla propria terra, è presente già 'a ruota' nella sezione dal titolo Adolescente rimandato; ampio spazio hanno la satira (verso la cupidigia dei personaggi di paese; verso il mondo editoriale e critico), il canto di lode all'amicizia vera, come pure la condanna, mai sopra le righe, di varie piccinerie.» (Dalla prefazione di Roberto R. Corsi)
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