La carità
La carità: "Il senso sacro, radicale della vita annidato in ogni creatura, in ogni volto, in ogni destino non è qualcosa che si possa scoprire interpretando il mondo, cercando di tradurlo nelle forme del lógos. Tutto quanto occorre per incontrare gli altri è illimpidire il proprio sguardo e il proprio spirito, è aprirsi a ciò che esiste, alle pieghe dei momenti, alle occasioni anche più umili. Molte partiture del libro sono sguardi trafitti dal manifestarsi improbabile, erratico dell'umano, sguardi che ricordano le epifanie in forma di foto realizzate da Cartier-Bresson. Ecco «la signora che ogni sera viene in bici a portare il cibo ai gatti», o, riemergente da un passato vivido come una serie di attimi eterni, quella bambina che, ignorando tutto del mondo, «si avventurava sulla passerella / in legno [...] con l'eleganza innata di una silfide»... A volte anche un animale (una salamandra) o un oggetto (il pallone di cuoio con cui il poeta giocava da piccolo) si accampano al centro di queste evocazioni, segni della nuda vita tanto icastici quanto irriducibili a qualsiasi idea, a qualsiasi morale. Ma, come già in 'Trittico del distacco', la forza vitale più profonda, più imprendibile e pregnante è quella che Di Palmo scopre nei reietti o nei "diversi" (non a caso è una tra le poesie dedicate a loro che intitola il libro). Ciascuno di essi è diverso non solo dagli uomini comuni ma dagli altri diversi, ed è forse per questo, per sottolinearne l'unicità, che Di Palmo ripete alcuni dei loro nomi: Roberto, Mattia, Margherita..." (Dalla prefazione di Paolo Lagazzi)
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