La duplice via. Un itinerario poetico
A ciascuno dei sei libri che compongono questa raccolta antologica dell'opera di Luciano Fintoni corrisponde la stazione d'un percorso che si snoda per tre decenni, dagli ultimi anni Sessanta ai primi anni Novanta, e che vede l'autore impegnato in una ricerca non meno coerente che rigorosa. E come se Fintoni cercasse la sua voce decifrando i segni del tempo e confrontandosi via via con le trasformazioni e gli sconvolgimenti del tempo, ma avendola già da sempre trovata, tanto sicuro e limpido è il possesso degli strumenti linguistici, che variano, e non temono né l'arrischio della sperimentazione (come in Frammenti del mondo terrestre, del 1989) né il ricorso alle forme più tradizionali (come in Vento immite, del 1985), ma conferiscono alla voce, la sua voce, un timbro, un suono, un melos inconfondibili. Ma è nei versi degli anni Ottanta che la poesia di Fintoni svela la sua cifra più intima e più segreta. Nata per compiere un "viaggio terrestre" piuttosto che "celeste" (volendo riprendere le parole di Luzi), tanto da attenersi ad una sobrietà e ad una misura interamente umane e soltanto umane, essa a un certo punto si impenna, alza il tiro con audacia metafisica, e tenta la via delle domande e delle risposte ultime.
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