Le vite di Gustav

Le vite di Gustav

Hermine, una povera ragazza austriaca al servizio di un pastore pentecostale, giunge a Firenze nel 1933 per lavorare come Schwester, le bambinaie tedesche allora di moda, e prendersi cura di un bambino dell'alta società fiorentina rimasto orfano di madre, Gustav. Dopo aver stretto con il bambino un rapporto particolare di amore e protezione, rimarrà con lui fino al 1944, undici anni, un periodo relativamente breve in tempi normali: ma quegli undici anni segnano nella storia del Novecento una tempesta che va dall'ascesa al potere di Hitler all'approvazione delle leggi razziali in Italia, dalla deportazione di massa degli ebrei e dalla Shoah agli ultimi drammatici atti della seconda guerra mondiale. Come afferma Corrado Augias nella sua prefazione, "le accelerazioni del destino riguardano anche, e sempre più spesso nella guerra moderna, coloro che sono rimasti a casa, i così detti 'civili', uomini e donne, adulti e bambini". La chiave di questo libro sta così nell'idea di far filtrare questi avvenimenti dagli occhi di due testimoni molto particolari: Hermine e Gustav, due 'innocenti', l'una a causa della sua origine di povertà e della sua 'ignoranza', l'altro a causa della sua fanciullezza. Così, attraverso questi quattro occhi particolari si snodano avvenimenti e tragedie incomprensibili per tutti: dalla scomparsa improvvisa da scuola di un compagno dopo l'entrata in vigore delle leggi razziali, alla rappresentazione sorprendente per Hermine della vita e degli usi dell'alta società italiana.
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