Filosofi e maschiette
'Maschietta' è un termine oramai desueto, ma negli anni Venti designava le giovani dal taglio maschile dei capelli protagoniste della prima, vera rivoluzione femminile. Figlie di un'America uscita vittoriosa dalla Prima guerra mondiale e in pieno sviluppo economico e sociale, sono state soprattutto queste giovani donne a condurre la rivoluzione dei costumi in quella età del jazz e del proibizionismo che ha dato origine al moderno 'mito americano'. Assetate di libertà, emancipazione, edonismo, le 'maschiette' irrompono nella società mettendo in crisi i rapporti tra i sessi e dichiarando una guerra senza quartiere a un mondo maschile arroccato nel passato e nei suoi privilegi. Nessuno ha capito e ritratto quel mondo meglio di Francis Scott Fitzgerald che, con la moglie Zelda, è divenuto il massimo interprete di quegli 'anni ruggenti', incarnandovisi fino alla dissoluzione personale. Prima raccolta di racconti pubblicata da Fitzgerald nel 1920, immediatamente dopo "Di qua dal paradiso", suo primo successo, "Filosofi e maschiette" contiene già la novità e il futuro dello scrittore americano più rappresentativo della prima metà del Novecento, che di lì a poco darà il meglio di sé in grandi romanzi quali "Tenera è la notte", "Il grande Gatsby", "Belli e dannati".
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