Settembre è il mese di uragani
Sette sono i racconti che compongono questo volume, che ha avuto la ventura di uscire prima in traduzione francese che nell'italiano in cui sono stati scritti: circostanza curiosa che, se è resa più comprensibile dal fatto che l'autore vive a Parigi da anni ed è uno dei più raffinati traduttori italiani dal francese, è tuttavia un'ulteriore testimonianza della scarsa attenzione dell'editoria italiana per i racconti, considerati alla stregua di un genere minore. Tanto più se si considera che, in occasione dell'uscita dell'edizione francese di questo libro, l'autorevolissima Nouvelle Revue Française ha scritto: "Dopo il celebre "Sulla strada" di Jack Kerouac, la letteratura di viaggio non ci aveva dato, o almeno ci sembra, nulla di simile". Avventurieri dei tempi moderni, vagabondi o disertori, i personaggi dei racconti di Maurizio Ferrara si pongono a uguale distanza dall'utopia e dalla realtà, vivendo in uno spazio intermedio che vorrebbero fosse eterno, mentre viaggiano instancabilmente nei vasti, affascinanti ma anche inquietanti paesaggi dell'America Latina. Sette racconti tutti legati fra loro come le tessere di un mosaico, e d'altra parte tutti profondamente diversi per lo stile via via adottato, che va dal dialogo d'impronta teatrale al flusso del monologo, dalla sobrietà dello schizzo impressionista al delirio verbale della confessione. Sette racconti che sono anche il resoconto di una generazionale 'fuga dalla civiltà', una fuga che si rivela mano a mano sempre più precaria.
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