Riformismo e capitalismo globale. A nuove domande nuove risposte
Nati in forma privata, questi scritti di Alfredo Reichlin e Giorgio Ruffolo - cui si uniscono gli interventi di Massimo L. Salvadori e Bruno Trentin e una introduzione di Giuliano Amato - prendono le mosse dall'assillo di far uscire la sinistra da un dibattito essenzialmente nominalistico e troppo rivolto al suo interno. L'evoluzione dell'economia ha mutato gli scenari tradizionali: è un mondo nuovo che ci interroga. E che pone nuovi quesiti. Ma le novità sono davvero così grandi come tutti ripetono? Le sfide alla coesistenza pacifica e agli equilibri sociali sono davvero così drammatiche? Se è così, allora è tempo di tornare a dare al riformismo il senso di una grande idea. E' tempo, insomma, di non sottrarsi al compito di elaborare un nuovo pensiero capace di leggere i problemi posti dalla globalizzazione, e di ripensare la missione del riformismo come quella di una forza che non si limita a rendere meno 'crudeli' i meccanismi del capitalismo attuale, ma che mira al suo cambiamento. Del resto, questo è quanto fece il vecchio riformismo novecentesco, che 'riformò' davvero il capitalismo industriale, e lo 'civilizzò' grazie alla invenzione di nuovi strumenti politici: sindacati, partiti, Stato sociale. Se il riformismo non è sinonimo di moderatismo, questo è il compito che sta oggi di fronte alla sinistra europea. Interventi di Bruno Trentin e Massimo L. Salvadori.
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