Novelle moscovite
"Il primo caduto della rivoluzione", "Un fiammifero reazionario", "I vantaggi del telefono sovietico"... Bastano pochi titoli dei racconti qui riuniti per dare un'idea delle "Novelle moscovite" di Michail Zoscenko, uno dei più amati scrittori russi del primo Novecento, che con la sua grande arte satirica seppe conquistare migliaia di lettori. Ma il regime non poteva certo vedere di buon occhio uno scrittore tanto irrituale e provocatorio; e Zoscenko venne infatti accusato di attentare 'alla libertà dello Stato' e mandato in Siberia. Quanto alle sue opere, fin dal 1946 il famigerato Zdanov ne aveva proibito la ristampa, quelle stesse opere che oggi sopravvivono al crollo del regime che tanto le aveva osteggiate e si presentano anzi ai nuovi lettori, non solo come acuta e divertente testimonianza dei paradossi della società sovietica, ma anche e soprattutto come l'originale creazione di uno scrittore che è stato definito da Nina Berberova "uno dei più brillanti e geniali scrittori satirici" del Novecento.
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