Società umanitaria. La collezione involontaria
La fotografia, ma ogni forma di scrittura, ha il compito immaginifico e al contempo analitico di restituire situazioni, luoghi, fatti, l'incedere della Storia o delle storie. La Società Umanitaria di Milano ha voluto interrogare i propri spazi, i propri archivi e soprattutto una collezione d'arte ritrovata e ora finalmente al sicuro. Quattro fotografi, Mattia Balsamini, Allegra Martin, Gianni Pezzani e Fabiana Toppia Nervi (che ha realizzato il backstage), hanno lavorato all'interno degli antichi spazi nel centro storico di Milano, hanno trasformato le opere d'arte in possibili frequentatori di quei luoghi, ricodificandone la funzione e affrancandole dalla parete a cui erano costrette. Una campagna fotografica necessaria per rileggere la propria Storia alla luce di un presente involontariamente sospeso e ancora in attesa di risposte.
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