Maria Luigia Gioffrè. Memoria di un giardino-Memory of a garden. Ediz. illustrata
È vivida l'immagine dell'apocalisse, evocata non in chiave biblica, ma come possibile stato di distruzione-azzeramento, che si manifesta attraverso la presenza della terra brulla: una terra abusata, desolata, ma anche stratificata di senso. Da qui la scelta di un campo arato non-fertile, desertificato, su cui poggiano rami secchi e vasi vuoti. È lo sfondo della ricerca umana; di una ricerca primordiale, che si esprime con la ritualità di gesti semplici come lavare un atlante, arare il terreno, e che si rivela attraverso la "memoria di un giardino", ovvero nell'esperienza del corpo e nel ricordo di suoni infantili, quasi alle origini dell'esistenza di ognuno, come il pianto di un neonato e la musica di un carillon. (Simona Caramia) Maria Luigia Gioffrè appartiene a quella schiera di artisti pensatori che si interrogano continuamente sul senso e sulle direzioni che prendono le cose nel mondo, ma che non propugna alcuna ideologia e vive piuttosto il suo agire come opposizione poetica al presente. Un'artista che è partita dalla fotografia e che è approdata inevitabilmente alla performance per dare pienezza alla propria esigenza di vivere la drammaturgia nel senso più pieno. Un'artista che tende a sfumare il corpo nelle pratiche performative, che mette al centro l'azione in quanto tale, da lei sentita come un'installazione che respira, come quadro che prende vita, come frammento di arte scenica. (Gaetano Centrone)
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