Il cielo di Bagdad
Franklin Bermúdez è stato cacciato di casa dalla moglie e si dà da fare per arrotondare il suo magro stipendio da insegnante. Importa fuochi d’artificio di contrabbando dal Brasile e lavora come custode in una casa di appuntamenti. Ma nessuna di queste due strade può essere perseguita a lungo. I fuochi d’artificio vengono sequestrati al confine e Bermúdez arrestato per attentato, mentre la maitresse della casa chiusa lo mette in guardia rispetto alla scena criminosa che fa da sottofondo al posto. Franklin, costretto a rifugiarsi nella rimessa della casa della sorella, in compagnia solo del suo fido cane Saddam, riflette sulla sua condizione, che è forse quella di tutta l’umanità: le regole a cui sottostà il mondo non sono quelle a cui siamo stati educati. Tutta la riflessione di Franklin parte dall’inquietante constatazione che il cielo di Tacuarembó nel giorno di Capodanno somiglia terribilmente a quello di Bagdad sotto i bombardamenti: fuochi d’artificio da una parte, bombe mortali dall’altra.
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