Le ceneri della fenice
Violenza: è questa la parola che Luciana Salvucci pone al centro della sua ricerca e che perlustra con una moltitudine di testi diversamente orientati e diversamente forgiati, spaziando tra haiku, monologhi e atti teatrali, versi e addirittura versi nati dalla ricombinazione "in poesia" della lingua atroce della cronaca. Questa poesia sa creare, da un groviglio di testi che portano il segno di un "genere" diverso, una varietà di temi, suggestioni, occasioni, pensieri. Quel groviglio di fili è organizzato nel senso che, se ne tiri uno, tutta la lettura risulta comunque arricchita, come orientata da un punto di vista diverso.