La storia della Juventus. Il racconto bianconero
Mai chiedere l’età a una signora, ma in questo caso si può fare un’eccezione. La Juventus, la Signora più famosa del mondo del pallone, di anni ne ha centoventisette, e li porta orgogliosamente bene. Dal primo novembre 1897, quando un gruppo di studenti le diede la vita su una panchina torinese di corso Re Umberto, fino all’ultimo trofeo, la Coppa Italia sollevata nel 2021 con Andrea Pirlo in panchina: oltre un secolo colorato di gioie e dolori, di trionfi, cadute e risalite che s’intrecciano indissolubilmente con la storia del nostro Paese e con i destini della famiglia Agnelli, proprietaria bianconera dal 1923. Negli anni la Juve ha fatto collezione di titoli e di campioni: Sivori, Zidane, Platini, Baggio, Del Piero e Cristiano Ronaldo, giocatori che hanno lasciato il segno in campo e nei cuori dei tifosi. Dal ciclo vincente degli anni Trenta ai nove titoli italiani consecutivi degli anni Dieci del Duemila sono passati ottant’anni, ma c’è un filo conduttore che lega tutte le epoche bianconere: il Dna del conquistatore. Fino alla fine, recita il motto del casato torinese, perché «vincere non è importante ma è l’unica cosa che conta», come diceva Giampiero Boniperti. Ecco perché la Signora non si vergogna dell’età anagrafica, anzi ne va molto fiera. E adora raccontare la storia della sua vita senza tralasciare niente, neppure quelle cocenti ferite così difficili da rimarginare.
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