Taranto. Guida ai sapori e piaceri
«È molto bello scoprire che una città rimane legata al suo passato in modo totale, che mescola storia e futuro in un mix sapiente e lungimirante, che riesce ad esaltare la sua appartenenza ad una cultura che nasce nella Magna Grecia e attraversa i secoli con orgoglio e speranza, spesso frustata da quello che doveva rappresentare l'aggancio solido col mondo industriale e che a poco a poco si è trasformato in un insopportabile peso che ha connotato e spesso sfigurato il volto della città, costringendola a ridimensionare i sogni e leggere in modo diverso una pagina non certamente esaltante. Oltre l'Illva a Taranto esiste e resiste la voglia di una città a grande vocazione marina che è stata in grado di ricorrere ad uno dei simboli della sua storia per inventarsi un futuro legato alla eco compatibilità e ad un rapporto corretto e armonioso con la natura. E se pensate che Taranto ricorda e venera ancora Taras il suo eroe mitologico che cavalcando i delfini ha fondato la città, si comprende perché adesso mette proprio l'immagine di un delfino come simbolo del suo futuro. Se pensate che il paradiso naturale dei delfini è stato decantato da straordinari poeti classici, capirete perché il mare (o i due mari) i pesci, la natura, i vicoli, i palazzi, l'arte (quel museo dedicato ai tesori della Magna Grecia da solo vale il viaggio), diventano la nuova frontiera, il nuovo format con cui Taranto si mostra al mondo.» (Giuseppe Cerasa)
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