Fuochi d'autunno

Fuochi d'autunno

Ancora una volta la penna, solo all'apparenza lieve, di Irene Némirovsky ci restituisce il vivido ritratto di un mondo che fu: quello della società francese fra le due guerre, il ruolo traumatico assunto dai due conflitti mondiali sui valori etici del mondo precedente e l'incapacità dei più di resistere alle seduzioni del potere e del godimento. Ancora una volta le vicende singolari dei protagonisti, e in particolare quella di Bernard Jacquelin, si animano fino a diventare specchio di più generazioni e di un intero paese, se non - addirittura - di un'intera civiltà. Anche in questo caso, come già in altri libri di Irene Némirovsky, il titolo del romanzo cela la cifra segreta della posizione etica della scrittrice sui tipi umani caduti sotto il fuoco della sua lente: i fuochi d'autunno sono quelli per cui deve necessariamente passare una società per rigenerarsi se vuole costruire un mondo nuovo a partire dalle ceneri del vecchio, ma anche quelli con i quali ognuno di noi è chiamato a confrontarsi se vuole restituire il giusto valore alla sua esistenza, modificando il proprio legame con l'altro e con le cose.
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