Sul fascismo
I più significativi articoli, discorsi e studi dedicati da Gramsci nel periodo della lotta e negli anni del carcere all'analisi del fascismo sono qui raccolti in un ordine cronologico che consente di ricostruire la genesi e lo svolgimento di un pensiero tanto impegnato quanto originale. L'analisi che Gramsci ci ha lasciato del fascismo non è frutto di un progetto sistematicamente condotto, ma nasce dal vivo della lotta politica e di classe, nel dibattito socialista e comunista, e cresce e si dispiega per gradi: dagli articoli de "L'Ordine Nuovo" settimanale e quotidiano alle Tesi di Lione, dal saggio sulla questione meridionale ("Alcuni temi della quistione meridionale", 1926) alla polemica contro il nazionalismo e l'imperialismo, dal discorso alla Camera dei deputati del 1925 fino alle note dei "Quaderni del carcere". Totalmente immerso in quella lotta e in quel dibattito, Gramsci era venuto cogliendo, quasi giorno per giorno, i caratteri e il ruolo storico-sociale di quei fasci di combattimento, di quelle squadre d'azione che sulla scena italiana ed europea del dopoguerra costituivano per il movimento operaio un dato del tutto nuovo. E nell'interpretazione del nuovo Gramsci si richiamò, fra i primi in Europa, al metodo di Marx. È la prima volta che un comunista si avvia su questa strada, verso una definizione del fascismo su cui più tardi, su scala europea e nell'ambito della Terza Internazionale, fioriranno dibattiti e si misureranno posizioni fra loro anche molto diverse.
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