Il promontorio del sogno. Testo francese a fronte
Da un telescopio dell'Osservatorio di Parigi Victor Hugo guarda la luna ed è colto dallo stupore: a un primo sguardo non vede nulla se non "un buco nell'oscurità", "l'interno di una bottiglia di inchiostro". Poi inizia il viaggio: Hugo scopre la luna, dapprima la luna reale, con i suoi chiaroscuri, i suoi vulcani, i suoi baratri, il suo sole che sorge tra i monti e che illumina il Promontorium Somnii. "Non vi è spettacolo più misterioso di questa irruzione dell'alba in un universo coperto d'oscurità": da questa constatazione e dalla visione del Promontorium Somnii inizia quindi la scoperta di un'altra luna, la luna metaforica, la luna dei poeti, del mito, che conduce all'immaginario e al sogno. Dalla cima del Promontorio del Sogno si libra l'arte in tutte le sue forme, e da quella stessa cima prendono il volo le riflessioni di Hugo, nell'inseguimento onirico di spettri, demoni, fate, draghi, folletti, nereidi, divinità antiche e moderne. Tutta la magnificenza dell'arte ha origine da qui, da questo sogno che non lascia scampo, da questa cima su cui Dante, Cervantes, Shakespeare, Voltaire, Molière, Beethoven e mille altri hanno inseguito il fantasma della loro genialità. Victor Hugo incita a un atto di coraggio: guardare la luna, guardare il sogno, sognare. "Il sogno è connaturato all'uomo", ma l'uomo deve essere più forte del sogno, perché "un cervello può venir corroso da una chimera".
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