Ore inglesi
Scritte nell'arco di un ventennio, tra il 1872 e il 1890, le "Ore Inglesi" rappresentano un capitolo fondamentale dell'avventura letteraria jamesiana. Ognuno dei saggi che compongono la raccolta è un piccolo capolavoro di quella letteratura di viaggio che nell'Ottocento contribuì a creare miti europei e a fondare idee cosmopolite di cui si nutre tutt'oggi il nostro immaginario collettivo. Ma basta scorrere le date per convincersi dell'eccezionalità di questo "viaggio" che impegnò Henry James per decenni, senza soluzione di continuità. Il filo rosso che unisce le tappe del suo itinerario delimita senz'altro uno spazio geografico, ma nel farlo percorre l'intera esperienza biografica e artistica del grande romanziere americano, che sbarcò in Inghilterra nel 1869 per non allontanarsene più. Ne emergono lo spirito di un'epoca e la storia di un uomo, frontiersman e appassionato giramondo, la cui voce erratica trovò negli scenari inglesi la sua cassa di risonanza più sonora. Se questi scritti conservano la dimensione del réportage, ciò è dovuto al punto di vista sottilmente indiretto che James, esule nella sua patria d'adozione, non abbandonerà mai nel corso dell'opera. A metà tra il viatico romantico e la satira di costume, l'autore ci conducendo per mano lungo quell'affascinante linea di confine in cui esperienze di vita e invenzione letteraria si confondono l'una nell'altra sino a divenire una cosa sola. Introduzione di Maria Pia Ammirati.
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa