Canti politici italiani 1793-1945
La prima edizione di questi Canti popolari è stata pubblicata nel 1962 all'"indomani" del centenario dell'Unità d'Italia. In quella edizione non fu inserita Bella ciao e non ne conosciamo gli esatti motivi per cui fu operata quella scelta dai curatori. È probabile che già allora fossero sorte "polemiche" circa l'origine e la diffusione tra i partigiani o no. In questa edizione è stata invece inserita perché pur consci delle polemiche che l'accompagnano riteniamo non si possa non definire Bella ciao un canto politico/popolare e poco importa se fu poco o per nulla cantata dai partigiani durante la Resistenza perché comunque oggi Bella ciao è cantata in tutto il mondo dai movimenti di Resistenza (come le comunità zapatiste in Chiapas e gli indipendentisti curdi turchi, iracheni e siriani nella guerra civile siriana) e di emancipazione sociale. In questa occasione ci piace ricordare ciò che scrisse Gramsci (Quaderno 5, § 156, a cura di V. Gerratana, Einaudi, pp. 679-680): «... ciò che contraddistingue il canto popolare, nel quadro di una nazione e della sua cultura, non è il fatto artistico, né l'origine storica, ma il suo modo di concepire il mondo e la vita in contrasto con la società ufficiale». Prefazione di Ferruccio Parri.
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