La lingua legata. Educazione e rieducazione del mio linguaggio
"Non ho memoria di quando ho preso coscienza del mio linguaggio spastico, anche se fin dall'inizio, come mi ricordano i miei, non riuscivo a parlare. Mi esprimevo a gesti. La comprensione altrui era e rimane tuttora una chimera. Le mie parole, i miei discorsi, non vengono compresi o, se pure lo sono, ciò avviene con difficoltà. Con questi ostacoli di natura linguistica sono trascorse cinquanta primavere, i miei stessi anni. E' difficile e drammatico convivere con un linguaggio che, pur essendo il mio, non mi consente di esprimere le mie potenzialità." Queste parole dell'autore spiegano bene il senso del libro: un viaggio attraverso il problema del linguaggio, della sua articolazione, della difficoltà di farsi comprendere dagli altri sia nell'espressione quotidiana che in quella politica, psicoanalitica e della sessualità. Il testo si conclude con il sopraggiungere di un nuovo problema, il passaggio dalla nutrizione per via orale a quella artificiale tramite una macchina alimentatrice, e con il presentarsi di ulteriori difficoltà relazionali e di linguaggio.
Momentaneamente non ordinabile