Tutto il potere ai segni. Marchio, brevetto, copyright: i nuovi monopoli
È in atto una profonda trasformazione nelle economie e società del 'primo' mondo: i prodotti sono sempre meno merci e sempre più segni. Se una parte di questo fenomeno - i 'marchi', le 'griffe', ecc. - è abbastanza nota, non lo è la parte, più nascosta, che riguarda oggetti culturali come arte, musica, film, spettacoli, sport e una miriade di altre attività. Cambiano radicalmente la natura e la vera fonte del loro controllo, e cambiano radicalmente gli effetti del loro 'consumo'. Su di essi il potere economico è riuscito a sviluppare strutture di protezione monopolistica che impediscono la concorrenza e generano enormi profitti. Ciò avviene grazie allo stravolgimento delle regole che governano economicamente i segni (la cosiddetta 'proprietà intellettuale') formulato e imposto dai trattati della WTO, l'Organizzazione mondiale del commercio. Le conseguenze sono enormi, per il primo come per il terzo e quarto mondo: la vicenda dei farmaci anti-Aids è solo la punta di un iceberg. Se si vuole cambiare qualcosa della nostra società e del suo modo di sviluppo - anche solo ristabilire le condizioni di concorrenza e libertà alla base del capitalismo liberale - bisogna partire da qui: la lotta allo scudo monopolistico della proprietà intellettuale.
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