Bioterrorismo. Antrace, gas nervini e bombe atomiche. Quali rischi corriamo e come possiamo difenderci
"Domenica 30 settembre, ore 15:30. Roma, Stadio Olimpico. 74000 spettatori assistono alla partita di campionato Lazio- Parma. E' una giornata calda. L'afa è temperata dal ponentino... Sull'Olimpica, la strada che costeggia lo stadio, passa il camion bianco e verde di una ditta di derattizzazione e disinfestazione. Senza essere notato, per non più di trenta secondi, il camion rilascia una nube incolore, inodore e insapore, contenente una soluzione di 100 kg di spore di antrace. La nube si disperde delicatamente e in modo impercettibile sull'intera curva nord. Investe anche cinque o sei edifici civili adiacenti lo stadio. Nessuno si accorge di quello che succede: il camion continua la sua corsa, raggiunge l'aereoporto di Fiumicino e viene abbandonato in un parcheggio. I due occupanti prendono il primo aereo per Milano..." L'ipotesi che sta alla base di questo scenario, un attacco bioterroristico su grande scala, è molto lontana da quello che è accaduto nelle ultime settimane negli Stati Uniti. Probabilmente perché un vero attacco bioterroristico dovrebbe prima risolvere alcune difficoltà non facilmente superabili. Le armi biologiche e chimiche, ma anche quelle radiologiche e nucleari, sono armi potenzialmente in grado di colpire molte vittime, e contemporaneamente di generare grande allarme sociale. Si configurano pertanto come l'arma terroristica perfetta. Che cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Quanto è probabile un attacco terroristico di questo tipo? E' possibile difendersi? E se sì come? Sono alcune delle domande che oggi ci facciamo e a cui questo libro, con grande chiarezza e inutili allarmismi, risponde.
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