Postcolonialismo e intersezionalità: nuovi percorsi per l'intercultura. La cittadinanza come banco di prova
Dopo tre decenni di sperimentazione l'educazione interculturale in Italia è alla ricerca di nuovi sentieri da percorrere, consapevole che portare a compimento le fasi di accoglienza, integrazione e inclusione degli alunni stranieri e delle loro culture significhi oggi esplicitare e rafforzare l'intrinseca "politicità" dell'intercultura. Secondo gli autori per raggiungere tale finalità occorre declinare l'architrave dell'intercultura con il paradigma del postcolonialismo e la prospettiva emergente dell'intersezionalità che è attenta a valorizzare sul piano educativo classe sociale, genere, etnia e colore della pelle, in particolare la femminilità e la nerezza. Significativo è l'atteggiamento di ascolto nei confronti di due "nuovi italiani", peraltro già noti: il senegalese Pap Khouma, voce della letteratura migrante, e la somala Igiaba Scego, voce della letteratura postcoloniale. Tre sono le parti in cui si articola il volume: postcolonial studies anche in Italia; l'intreccio fecondo tra intercultura, postcolonialismo e intersezionalità; la nuova cittadinanza, oltre i vincoli di sangue e di suolo, come banco di prova per la democrazia e inclusione nell'Italia postcoloniale. La tesi sostenuta nel testo è che una scuola che voglia essere inclusiva, laica (non ideologica), interculturale e impegnata a promuovere i diritti umani per tutti, non possa restare indifferente rispetto alla riforma della cittadinanza perché ha inoppugnabili ragioni per farlo. La più impellente è quella che lega cittadinanza e Costituzione e si traduce in convivenza civile.