Unosuquattro. Diffusione e significati del consumo di cannabinoidi tra gli adolescenti: una questione educativa
Scrive Umberto Galimberti: "l'ignoranza non ha mai salvato nessuno e l'ignoranza dei giovani a proposito della droga è pari alla sua diffusione. Una cultura della droga toglierebbe la droga dal segreto e la priverebbe di quel fascino iniziatico che, tra molti, è forse uno degli aspetti più attraenti ed invitanti". Tra gli anni settanta e ottanta abbiamo attraversato la stagione dell'eroina, quella ritratta in Trainspotting, cantata da Lou Reed e, qui in Italia, raccontata da Pier Vittorio Tondelli. In quel transito complesso che seguiva il '68 la società civile e il sistema dei servizi hanno cercato di dare risposte quando le morti per overdose e i ragazzi che mendicavano qualche lira in stazione scuotevano l'opinione pubblica. Sono state aperte le prime comunità terapeutiche e si è potenziata una cultura della prevenzione. Oggi, nell'epoca delle addictions, il fenomeno del consumo di droghe ha assunto tutt'altra fisionomia. Una rapida normalizzazione ha posto in Italia i cannabinoidi tra le droghe più consumate, dopo l'alcool. Quella delle "canne" rappresenta una frontiera educativa in cui gli adulti in primis appaiono incerti tra posizioni opposte, spesso pregiudiziali, di sottovalutazione o di paura. Questo volume, che ha origine da una ricerca svolta dal Centro di Prevenzione Sociale di Reggio Emilia tra gli adolescenti delle scuole superiori, fornisce alle comunità educanti un'utile lettura multidisciplinare di un fenomeno che sembra oggi finito sottotraccia: un tema più che mai attuale e problematico che richiama gli adulti alle proprie responsabilità.