Confini di sabbia. Un'ermeneutica simbolica dell'esodo
Nel tempo in cui il nomadismo planetario mette in crisi il paradigma politico legato alla terra, la singolarità del popolo di Jahvè, forgiato dalle distese del deserto, funge da paradigma universale del mutamento politico. Riflettere sulla città dai confini di sabbia significa riconoscere quella "tensione verso" dello spazio che il pensiero logocentrico ha finito per occultare, ma che oggi riemerge nelle pagine di studiosi come Martin Buber, Hannah Arendt, Zygmunt Bauman. Seguendone le voci, l'autrice si avventura lungo la via ebraica dell'esodo e ricerca le tracce del passare che la modernità condivide con i più antichi figli d'Israele.
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