Corrispettività, onerosità e gratuità. Profili tributari
Il tema della rilevanza e del diverso apprezzamento, ai fini dell'applicazione dei tributi, degli assetti negoziali onerosi, gratuiti o liberali è stato costantemente dibattuto, nella dottrina e nella giurisprudenza, da quasi un cinquantennio. La ricerca di cui si pubblicano i risultati ha il merito di aggiornare il dibattito, nelle diverse prospettive secondo le quali si è attribuita rilevanza a quella classificazione, evidenziando, in taluni casi, la necessità di un riferimento alle categorie summenzionate per una corretta applicazione della disciplina tributaria, altre volte la problematicità delle distinzioni stesse in relazione a specifiche norme ed istituti (per un'efficace sintesi si può, innanzitutto, fare riferimento al contributo di Ficari). Anzi, mi sembra che, in questa come in altre molteplici ipotesi, è il riferimento agli specifici assetti normativi ed alla casistica applicativa a chiarire il senso di concetti e categorie generali. La questione forse da maggior tempo emersa nella dottrina e nella casistica giurisprudenziale attiene alla possibilità di definire la fattispecie di "realizzazione" di determinate componenti del reddito imponibile derivante dall'esercizio di attività economiche identificandole con ipotesi di alienazione a titolo oneroso di componenti del patrimonio del contribuente.
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