Il «mistero» del dolo eventuale. Scritti dal dibattito (Perugia, 27 gennaio 2012)
"Sui contorni del dolo eventuale gravitano - come si sa - irrisolte e forse irrisolvibili tensioni ricostruttive, convergendo su di essi tutte le controversie esegetico-dogmatiche che hanno caratterizzato la figura del delitto doloso in genere e tutti i problemi che pone l'esigenza non solo processuale di provare, attraverso riscontri tangibili, dati di natura psichica e dunque non accadimenti ma realtà introspettive. E si sa anche che, nonostante la fragilità degli esiti e la perenne incertezza che regna in materia o, forse, proprio a causa di ciò, sul dolo eventuale si sono giocate e si giocano ancora gran parte delle scommesse sul 'riscatto' sociale della pena, sulla possibilità che ancora una volta sia la prospettiva del carcere a indurre i consociati a desistere da comportamenti intollerabilmente pericolosi e riprovevoli; come se il 'rilancio' della sfida penalistica dovesse proprio partire o comunque corroborarsi sulle capacità prestazionali di una nozione dai contorni così sbiaditi e sfocati da generare prodotti processuali tra i più imprevedibili e socialmente incomprensibili. La ritenuta qualità del dolo eventuale di sormontare non solo i campi - solitamente dominati dallo schema preterintenzionale - dove è chiaramente identificabile una scelta (qualche volta di vita) contro l'ordinamento e i beni giuridici."
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