Introduzione a una teoria realista della legislazione
I giuristi hanno tradizionalmente adottato un approccio limitato all'esegesi delle fonti sulla produzione, limitazione necessaria quando si tratti di stabilire se una norma è valida oppure no. Ma quando s'intende elaborare una teoria della legislazione (e dunque un suo modello descrittivo) questo metodo lascia in ombra i processi decisionali e relazionali, le strategie e le dinamiche degli attori, i rapporti e le interazioni con il contesto, e molti altri fattori che incidono significativamente sull'attività legislativa e sul suo risultato. Analizzando l'isolamento della scienza giuridica dalle altre scienze sociali (e l'equivoco positivista che ha contribuito ad alimentarlo), e attraverso un percorso che va da Weber a Lyotard, da Filangieri a Simon, da Luhmann a Parsons e a Weick, l'autore compie il tentativo di integrare il metodo giuridico con i paradigmi descrittivi delle altre scienze, esaminando in particolare tre caratteri della legislazione normalmente trascurati dagli studi formalisti: la razionalità , la diffusività e la precarietà . II risultato è un'introduzione a una teoria realista della legislazione, che si propone di descrivere l'attività legislativa per come effettivamente si svolge, teoria della quale sono anche considerate le possibili implicazioni (fra cui la sua valenza come presupposto per la valorizzazione del principio di rappresentanza).
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