Il contratto di lavoro a tempo determinato nel d.lgs. 6 settembre 2001, n. 368
La riforma compiuta dal d.lgs. n. 368 del 2001 in materia di contratto di lavoro a termine, rappresenta attualmente l'intervento più importante nell'ambito dei processi di modernizzazione del mercato del lavoro italiano. La nuova disciplina provvede a ridisegnare completamente l'istituto, abrogando in toto la vecchia normativa del 1962 e modificando in modo sostanziale le modalità di accesso e di utilizzo del contratto a tempo determinato, al fine di favorire il ricorso a tale tipologia contrattuale in linea con quanto avviene negli altri paesi europei. L'opera di radicale innovazione rispetto al passato pone al contempo rilevanti problematiche in ordine ad es.: alle divergenze ovvero alle convergenze rispetto alla precedente disciplina; ai rapporti con l'ordinamento comunitario; all'interpretazione della norma generale cui ricondurre la giustificazione del termine; alle vicende successive alla stipula del primo contratto; alla conseguenza delle trasgressioni; al ruolo della contrattazione collettiva; alle regole formali e procedurali; agli oneri probatori; al ruolo dell'informazione e della formazione; alla disciplina transitoria e alle abrogazioni; al regime delle esclusioni e a quello dei divieti; al computo dei lavoratori a termine nell'organico aziendale; al divieto di discriminazione. Tutti questi aspetti, insieme ad altri, sono trattati in modo particolareggiato nel volume, che si fa preferire perché sposa l'indagine teorica all'apprezzamento 'operativo' delle complesse problematiche che la nuova normativa pone all'interprete, con una costante attenzione a quegli indirizzi giurisprudenziali che possono essere utilizzati anche nel contesto della nuova disciplina dettata dal d.lgs. n. 368/2001.
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