Le tre stimmate di Palmer Eldritch
“Dick continua comunque a costruire anche ne Le tre stimmate di Palmer Eldritch una fantascienza critica e autoironica, manipolando i materiali della tradizione (il pianeta Marte, la Terra apocalittica del futuro, le creature aliene) in modo da mostrarne il carattere non estrapolativo, ma strumentale, totalmente simulato secondo i fini della narrazione. Anche le riflessioni più propriamente filosofiche o religiose, che preludono alla dimensione metafisica delle ultime opere dickiane, vanno considerate alla luce di una disposizione ludica o parodica, o al massimo alla stregua di frammenti di una saggezza impossibile da conquistare nell’universo delle illusioni, dove l’alternativa è: giocare con Perky Pat o diventare (seguaci di) Palmer Eldritch. D’altra parte, se il futuro o un paesaggio alieno non sono altro che proiezioni della mente di Palmer Eldritch, allora lo scrittore di fantascienza, anch’egli creatore di mondi, è una sorta di essere artificiale, che cerca di dare vita ai suoi personaggi, anch’essi artificiali, poco sviluppati, immaturi, e, alla fine, rischia di rappresentare solo sé stesso, le proprie fantasie, il proprio infantile desiderio di dominio.” Dall’introduzione di Carlo Pagetti