Memorie di una sopravvissuta
"Un tentativo di autobiografia" ha detto Doris Lessing descrivendo "Memorie di una sopravvissuta", un romanzo che sembra una fiaba e che nasce da quell'antica tradizione in cui i narratori prendono il volo verso la dimensione fantastica a partire dalle solide fondamenta della realtà. E la realtà del romanzo è quella che abbiamo davanti a noi, nel futuro, un mondo dove la barbarie è la norma e ognuno deve lottare per sopravvivere, uomini, donne, persino i bambini, in un vortice di ferocia. La voce narrante è quella di una donna che osserva le cose cadere in pezzi, mentre le orde migranti si spostano alla ricerca di un luogo sicuro, di un rifugio, di una vita migliore che sempre si trova da qualche altra parte. Una donna a cui uno sconosciuto ha affidato una bambina, Emily, con poche lapidarie parole: "Abbi cura di lei, ne sei responsabile". Ora la bambina è una meravigliosa ragazza, e ad accompagnarla c'è Hugo, metà cane, metà gatto, bizzarra e adorabile creatura capace di proteggere e di confortare. Ma esiste un luogo dove il tempo si dissolve come i sogni o le nuvole, in cui scene fantasmagoriche sembrano evocare le paure di un bambino o la sofferta esperienza di un adulto, e dove prendono corpo presenze sovrumane, dolci e potenti, che vigilano su di noi... Mentre nel mondo visibile la civiltà va in frantumi, qualcosa di molto diverso prende vita in questo spazio segreto che è al margine delle nostre esistenze quotidiane, e in cui forse vivono altri noi stessi, proiezioni dei nostri desideri.
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