Schegge di Russia
Un travolgente senso di libertà, il disorientamento assoluto, l'innata predisposizione agli eccessi sono le parole chiave di questi dieci anni di Russia senza URSS, e al tempo stesso i motivi dominanti di una prosa originale, coinvolgente e non di rado scioccante che trova in questa antologia, inedita nel mondo, un'immagine in tempo reale e quanto più ragionata possibile. In una commistione di codici e generi senza ascendenze precise, nonostante le seduzioni pulp e l'eco delle avanguardie storiche, la narrativa russa ha registrato negli ultimi anni un radicale ricambio generazionale e una totale desovietizzazione. Coerentemente, neppure uno dei prosatori antologizzati è stato mai pubblicato nell'ambito dei canali ufficiali all'epoca dell'URSS. Per metà gli autori di " Schegge di Russia " hanno esordito da non più di qualche anno, gli altri sono i grandi protagonisti della scena degli ultimi decenni (Venedikt Erofeev, Sasha Sokolov, Vladimir Sorokin, ecc. ), solo parzialmente conosciuti in Occidente. Due terzi degli autori scelti non sono mai stati tradotti in italiano, neppure in antologie. Filo conduttore dei testi è l'attitudine diffusa ad associare una scrittura di alta qualità letteraria (a volte raffinatissima) ai temi più stravaganti e conturbanti, realizzando con molta efficacia e su più livelli un generalizzato effetto straniante. Ecco quindi l'imprenditore che stermina la propria famiglia per cercare di ripagare il suo debito con la mafia; il mirabolante viaggio in treno di una guardiana di leoni marini, l'incontenibile passione di un rampollo della nomenklatura sovietica per l'ex moglie di Khomeini, sessantenne e priva di gambe, oppure una saga fantasy sulla seconda guerra mondiale combattuta da maghi e streghe: esempi diversi dell'imprevedibile e proteica natura della narrativa contemporanea.