Il mio nome è Marytė

Il mio nome è Marytė

Le vicende raccontate in questo libro si svolgono durante l’inverno e la primavera del 1946 in quella che per molti secoli (e fino a pochi mesi prima) si era chiamata Prussia orientale. Con la fine della seconda guerra mondiale questa regione, a lungo condivisa e contesa da popoli diversi, scomparve dalla carta geografica. La propaganda sovietica dipinse l’intera zona come un covo fascista da conquistare e distruggere e i soldati dell’Armata Rossa furono esplicitamente esortati a saccheggiare, depredare, uccidere e a vendicarsi sull’inerme popolazione locale. Dopo la sconfitta nazista Eva e Marta, come molte altre donne di origine tedesca, sono rimaste sole ad occuparsi dei numerosi figli. I mariti sono scomparsi in guerra, la prepotenza dei vincitori le ha cacciate dalle loro case, il freddo inverno e la carestia stanno mettendo a rischio quel che resta delle loro famiglie e loro non sanno più cosa fare per portare un pasto a casa e difendere i propri bambini. In questa situazione disperata Eva è disposta a tutto, persino a lasciar partire per la vicina Lituania i figli più grandi, anche se sono ancora dei bambini, nella speranza che tornino portando delle provviste o che, almeno loro, possano salvarsi. Basato su una vicenda vera, "Il mio nome è Maryte" è un romanzo commovente che racconta la storia, a lungo dimenticata, dei bambini tedeschi della Prussia orientale dopo la conquista dell’Armata Rossa. Sono loro stessi a parlare in queste pagine grazie alle lunghe conversazioni che Alvydas Šlepikas ha avuto con diversi di questi “bambini lupo”, come venivano chiamati all’epoca, molti dei quali sono stati poi cresciuti da famiglie lituane e vivono ancora oggi nel paese.
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