Dove la luce

Dove la luce

Roma, aprile 1987. Milo è un uomo che ha perso tutto per colpa di altri, devotissimo alla morte – che invoca ogni giorno, ma che non ha il coraggio di infliggersi – e costretto a vivere per strada. Federico Caffè è il Professore, figura ammantata di interrogativi destinati a non ricevere mai risposta. Il primo è un personaggio (forse) d’invenzione, il secondo un uomo realmente esistito, tra i protagonisti del dibattito politico ed economico degli anni ottanta e convinto sostenitore della necessità di assicurare alti livelli di occupazione e di protezione sociale ai ceti più deboli. La sua improvvisa scomparsa è un mistero rimasto tuttora irrisolto, il suo incontro con Milo è un nuovo enigma. Postiglione, febbraio 2023. Una voce narrante si fa carico della memoria della sua famiglia, ripercorre le fatiche e le gioie del debito d’amore che tutti abbiamo verso le nostre radici. Le vite di Milo e del Professore entrano così nella storia di una donna, di un paese, di un’intera generazione in lotta, divisa tra l’odio e la malinconia per un tempo che, forse, non tornerà più.Proposto da Gad Lerner al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione: «Propongo al Premio Strega il romanzo di Carmen Pellegrino Dove la luce perché mi ha sorpreso la riuscita felicissima di un’impresa che sulla carta avrei creduto pretenziosa: affrontare senza narcisismo ombelicale le dinamiche familiari, l’autocoscienza di una donna nata in un paesino del Sud – non sarà un caso se ormai le scrittrici meridionali fanno da battistrada alla narrativa italiana – intrecciandole con la ricerca storica che resta la seconda attività della scrittrice. Ecco allora, al centro della trama, un’interpretazione femminile, poetica, inedita sul mistero della scomparsa dell’economista Federico Caffè nel 1987; racconto dichiaratamente visionario che rivela però un retroterra di studio approfondito sull’Italia di quegli anni. L’erudito accademico Caffè, che non ha mai voluto ignorare le ripercussioni della sua scienza triste sulla realtà circostante, troverà nell’incontro casuale con un uomo ridotto in miseria, Milo, un esito imprevisto: la catarsi dello scomparire. Ad accompagnarlo in questo percorso finalmente non più solitario verso il nulla sarà la corrispondenza con l’adorata Simone Weil (Adolphine), punto di riferimento esistenziale e filosofico dell’autrice stessa. In definitiva: un romanzo onirico che sa essere al tempo stesso romanzo storico e sociale; plasmato con maestria da una letterata colta senza mai essere distaccata. Proprio come Federico Caffè.»
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