Morte nel chiostro
Città di Ferrara, ottobre 1187. Mentre il popolo si assiepa intorno alla grande cattedrale per assistere alle esequie di papa Urbano III, tre uomini avvolti in mantelli da pellegrini discutono sulla necessità di ritrovare una preziosa reliquia sparita dai forzieri del pontefice subito dopo il suo decesso. Il giorno dopo, in una selva al confine dei sobborghi cittadini, una monaca viene trovata impiccata nel chiostro del monastero femminile di San Lazzaro. Benché sembri trattarsi di un suicidio, due consorelle della defunta sospettano che quella tragica morte sia collegata a un intrigo ordito al di fuori del convento. La prima è Engilbera di Villers, la sapiente badessa dedita a completare un trattato sulle piante velenose lasciatole in eredità dalla sua venerabile maestra, Ildegarda di Bingen. La seconda è Beatrice de’ Marcheselli, una giovane vedova entrata come novizia a San Lazzaro per sfuggire alle attenzioni del cognato, che la vorrebbe prendere in sposa per appropriarsi della sua dote. Scavando nei segreti della loro defunta consorella, le due monache scopriranno un inaspettato legame con la morte di papa Urbano e con la sparizione di una misteriosa reliquia proveniente da San Giovanni d’Acri. Una reliquia che sembra aver lasciato dietro di sé una scia di delitti.