Confessioni di un misantropo
Arrivato a centotré anni, Athos Rossini, ex poeta, giornalista, terrorista ed ergastolano, membro del Quadrumvirato che per quasi un decennio ha retto una “dittatura dei creativi” a cavallo del 2030, ripercorre la propria parabola umana, artistica e politica durante un’intervista fiume in una trasmissione televisiva. Difende a spada tratta la sua rivoluzione, basata sul rilancio della cultura, dell’arte e della ricerca, sul superamento del lavoro tramite l’automazione, la nazionalizzazione di banche e finanza ma anche sull’eliminazione fisica degli oppositori interni. Dopo la trasmissione, Athos decide di pubblicare un memoriale ricco di sconvolgenti rivelazioni sugli attuali vertici politici ed economici, scatenando un terremoto che getta il Paese nell’anarchia della guerra civile. Con uno stile frizzante e vivace, Pozzani dà vita a un personaggio narcisista e incendiario, che tra le pagine di questo romanzo mette a ferro e fuoco i valori democratici, distruggendo il politicamente corretto con un sarcasmo corrosivo e travolgente.