Era solo la peste
Nella Russia degli anni Trenta, durante il periodo staliniano, un medico sta studiando un vaccino contro la peste ma, d'improvviso, viene convocato con urgenza a Mosca. Quando la burocrazia chiama, soprattutto quella sovietica, non c'è tempo da perdere. Nella fretta di rispondere, però, si distrae e, per un attimo, senza accorgersene, viene a contatto con il pericolosissimo virus che sta studiando. Inconsapevole, si reca alla riunione con il comitato del Commissariato del popolo alla salute dove tiene la sua relazione sullo stato delle ricerche. Terminato l'incontro, però, inizia a sentirsi poco bene. Ricoverato in ospedale per quella che sembra un'influenza, solo l'intuizione del medico di guardia fa avviare la procedura di isolamento e quarantena. Scatta allora una corsa a individuare tutte le persone che sono entrate in contatto con il paziente zero prima che scoppi una pandemia. Per evitare il panico, le autorità decidono di non divulgare la vera ragione di quello che sta succedendo, d'altra parte le persone portate via senza spiegazioni dalla polizia non sono una novità in quel periodo, anche se questa volta i motivi sono diversi. Basato su eventi reali accaduti nella Russia stalinista, questo romanzo racconta con lucidità il rapporto tra politica, autoritarismo e pandemia.