Andremo in città
Tra le vite dei personaggi di Edith Bruck, cariche di entusiasmo e fiducia nella fraternità degli uomini, incontriamo Silvia, gettata dai genitori dal treno dei deportati in un estremo tentativo di salvezza, che si affezionerà a Robert, figlio di un gerarca nazista, di cui diventerà la sorella che lui ha sempre desiderato; o l'amore acerbo di una vivace ragazza ebrea che detesta andare a fare il bucato al fiume e non vede l'ora che arrivi l'inverno a ghiacciarlo per poter andare a pattinare con l'affascinante ragazzino "gentile" Endre; o, ancora, il riscatto di una donna che, dopo la guerra, riesce a farsi assumere come cameriera dal ristorante di Haifa in cui ha elemosinato un pasto. E poi c'è Lenke, che descrive al fratellino Beni il mondo che non può vedere e gli promette continuamente una nuova vita in città, dove un'operazione dovrebbe dargli la vista, ma la crudezza della realtà stravolge i suoi progetti. Una storia di amore fraterno che ha ispirato l'omonimo film del 1966 per la regia di Nelo Risi. Edith Bruck racconta con la sua scrittura lieve e poetica tutta la speranza della vita che non si arrende, un amore quotidiano che resiste alla tragedia che incombe.