Il mistero della «Notte». Una diagnosi per Michelangelo
Un grande medico indaga sul mistero della Notte di Michelangelo, la più famosa delle sculture tra le tombe medicee a Firenze, e alla vigilia di un importante riconoscimento, dopo aver improvvisato un consulto tra esperti, formula la sua diagnosi: l'imperfezione del seno sinistro della statua nasconde da cinquecento anni un carcinoma. Interpellando psicologi, critici d'arte, senologi, chirurghi plastici, archeologi e filosofi, arriva a una storica conclusione: la Notte è una sfida alla perfezione, Michelangelo ha lasciato nella scultura la traccia di una ferita. "Siamo tutti imperfetti", dirà il medico, colpito a sua volta da una malattia invalidante, "dobbiamo imparare ad accettarci, perché questo ci rende più umani. E dobbiamo avere fiducia nella scienza e nella ricerca, che salvano le vite." Questo grande medico si chiamava Gianni Bonadonna: la diagnosi per Michelangelo è stata il suo sogno per oltre trent'anni. Con Umberto Veronesi ha rivoluzionato la terapia del tumore al seno e in America è considerato uno dei pionieri della moderna oncologia. Direttore dell'Oncologia medica all'Istituto dei Tumori dal 1964, ha creato il trattamento che ha ridotto la mortalità del linfoma di Hodgkin ed è ancora il riferimento standard nel mondo. Alla sua diagnosi, hanno contribuito nomi importanti della cultura e della medicina, da Salvatore Veca a Lella Ravasi Bellocchio, da Viviana Galimberti a Nicola Montano.
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