Il gesto digitale. L'arte nello spazio del virtuale
Dal primo computer comprato «senza entusiasmo» vent'anni fa per sbrigare la posta elettronica fino alla sperimentazione quotidiana «di possibilità, di linguaggi, di esperienze virtuali e concrete insieme» che stanno trasformando profondamente la ricerca espressiva. A ripercorrere questo imprevedibile viaggio attraverso le frontiere aperte dal digitale è Raul Gabriel, artista visivo impegnato su fronti molteplici. Un «autodidatta irriducibile», sempre pronto a scontrarsi con gli strumenti del proprio lavoro: «Solo così - scrive - riesco ad appropriarmene». Giorno dopo giorno il digitale è diventato il prolungamento della mano, come un pennello, una fotocamera, una penna, uno scalpello. Tutti a portata di un click, privi di peso ma non di sostanza; tutti intercambiabili, non sempre fluidi ma estremamente sovversivi nella loro contiguità spiazzante. Il libro è traccia e racconto di una scoperta sorprendente, ovvero quanto il digitale sia oggi la camera sperimentale galileiana che permette di verificare intuizioni filosofiche ricavate per sillogismo lungo i secoli. Il digitale, luogo in cui è possibile dimostrare filosofia, essenza, sostanza e forma, terreno di coltura delle 'staminali digitali', come le definisce Raul Gabriel con un termine decisamente inedito che trasporta il lettore nel nuovo ibrido in grado di rivelare il corpo più del corpo stesso. Per dirla con le parole di Roberto Diodato: «Eppure tutto ciò è soltanto una parte della ricchezza di questo piccolo libro prezioso, entrare nello studio di un artista, nella mente, nel gesto e nello spazio, questo è il resto affascinante e impagabile che questa lettura ci offre».