Libertà economiche e diritti dei lavoratori. Il contrasto al lavoro «non dichiarato» nella legislazione internazionale, europea e nei trattati commerciali
Uno dei caratteri strutturali del mercato del lavoro italiano è la presenza, diffusa in molti settori e pressoché in ogni area geografica, di lavoro "non dichiarato". Non si tratta di attività puramente illecite, ma di tantissimi lavoratori (si stima più di tre milioni) che effettuano la loro prestazione senza essere noti alle autorità pubbliche di vigilanza e quindi senza vedersi riconosciuti i propri diritti contro gli infortuni sul lavoro, o a garanzia della retribuzione e della stabilità del rapporto stesso. Si tratta di una condizione che accomuna gli italiani ai lavoratori degli altri paesi europei e a realtà, neanche troppo lontane da noi, dove lo sfruttamento finisce per determinare situazioni di vero e proprio lavoro "schiavistico". Per questa ragione non deve stupire che sia l'Unione europea, sia l'Organizzazione internazionale del lavoro, sia gli stessi sistemi che governano gli scambi commerciali sovrannazionali si sono sempre più spesso occupati di dettare norme per contrastare il lavoro nero, sommerso o non dichiarato, ovunque esso venga prestato. Il volume si occupa di ricostruire, alla luce delle novità normative più recenti, il quadro normativo complessivo che regola questa materia.
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