Il mercante e la scienza. Sul rapporto tra sapere ed economia nel Medioevo
Per spiegare storicamente il successo del capitalismo occidentale sono state proposte le tesi più disparate. In questo suggestivo scritto viene avanzata l'ipotesi di un nesso costitutivo e del tutto particolare fra scienza e commercio, tra "arti" e "traffici". Tale nesso reciproco, ben documentabile a partire dal Medioevo centrale, è il motivo propulsore delle conquiste scientifiche e insieme dello sviluppo economico dell'Occidente. Il saggio di Fried mostra come i mercanti e gli uomini d'affari medioevali, utilizzando le più svariate nozioni scientifiche, abbiano impresso un impulso formidabile al progresso e alla circolazione delle conoscenze e contribuito a plasmare ambiti di sapere di primaria importanza. Infatti, maggiori conoscenze possono voler dire fortuna assicurata; essere consapevoli di quanto bisogna aspettarsi oltre i confini del già noto significa limitare il rischio e insieme accrescere le possibilità di guadagno. Così, diritto e aritmetica, teoria monetaria e politica, nautica e geografia, metallurgia e molti altri campi dello scibile vengono coltivati dai mercanti con interesse e sagacia. "Non è certo un caso che le prime università e le prime grandi fiere mercantili sorgano contemporaneamente. Come le università non sono né possono essere il dominio del puro spirito, protetto dalla campana di vetro della scienza assoluta, così le fiere mercantili non sono l'espressione di un'economia senza porte né finestre, estranea alla scienza, solo materiale".
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