Visioni e profezie. Mistica ed esperienza della trascendenza
Lungi dal declinare, la religione persiste nella società secolarizzata attraverso non solo l'istituzione ecclesiastica, ma anche l'eclatante proliferare di apparizioni, statue che lacrimano, guarigioni prodigiose e altre epifanie del soprannaturale. Tali fenomeni sono così diffusi e variegati da non consentire affrettate valutazioni critiche. Piuttosto, la coscienza cristiana deve esercitare un intelligente discernimento, sia per distinguere ciò che è autentico da ciò che è falso sia per cogliere significato e valore di questi eventi. E la prospettiva in cui si pone la riflessione di Rahner, tanto più preziosa se si considera il sostanziale disinteresse della teologia per l'argomento. Il teologo tedesco analizza con puntigliosa e paziente acribia il senso delle visioni, la loro problematica psicologica e i criteri fondamentali per giudicarne l'attendibilità. L'approccio al tema risulta fecondo e persuasivo perché visioni e profezie vengono esaminate per se stesse, evitando di ricondurle al dilemma rivelazioni pubbliche/rivelazioni private. Rahner non è mosso dalla preoccupazione di precisare se e fino a che punto occorre prestare loro fede. Interpreta invece le apparizioni (beninteso, quelle dichiarate autentiche) come un dono dello Spirito: esse infatti chiarificano e sottolineano la volontà di Dio in rapporto a una determinata situazione storica, contribuendo così al cammino di una Chiesa che è e rimane radicata nella rivelazione del Signore Gesù.
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