Delle virtù e dei premi

Delle virtù e dei premi

Delle virtù e dei premi: L'importanza dei premi per sostenere e alimentare le virtù civili nasce da un'antropologia sociale e ottimistica che nel Settecento prese il posto di quella pessimistica che aveva caratterizzato il pensiero sociale e politico precedente. L'idea principale, di derivazione aristotelico-tomistica, è quella di una dominanza della virtù sul vizio, che rende logico il ricorso ai premi in quantità e misura almeno pari a quelle delle pene. L'autore che affrontò più seriamente il tema dei premi alle virtù, all'interno della tradizione dell'economia civile, fu l'aquilano Giacinto Dragonetti. Delle virtù e dei premi di Giacinto Dragonetti, pubblicato a Napoli nel 1766, è stato uno dei libri italiani più influenti durante l'Illuminismo. Rappresenta il completamento del programma di riforma, che a Dei delitti e delle pene di Beccaria contrappone il bisogno di premiare le virtù. Il libro ebbe un enorme successo, tradotto nelle principali lingue, e citato anche dai padri della 'Rivoluzione americana' del 1776. Poi fu dimenticato, per tornare di interesse oggi con la riscoperta della tradizione dell'Economia Civile. Il testo che presentiamo, curato dallo storico Luca Clerici sotto la supervisione di Luigino Bruni, è la prima edizione critica dell'opera di Dragonetti, preceduta da un'ampia nota biografica e sul pensiero dell'autore, per collocare il libro.
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