Il servizio pubblico televisivo. Morte o rinascita della RAI?
In tutti i paesi europei la TV di servizio pubblico è oggi messa radicalmente in discussione. Anche in Italia il futuro della RAI è sottoposto ad ampio dibattito per il rinnovo della Convenzione con lo Stato. Ma lo spirito del tempo non sembra particolarmente favorevole a un'istituzione che è stata l'invenzione più importate, e influente, che il Vecchio Continente abbia saputo creare nel settore della comunicazione di massa nel Novecento, se anche la BBC viene ora pesantemente criticata, e rischia un serio ridimensionamento. In Italia, ancor più chiaramente che altrove, la TV di servizio pubblico non gode di buona fama: non ha saputo dotarsi di strumenti di governance adeguati, in grado di salvaguardare la propria autonomia non solo dalle pressioni economiche, ma anche, e soprattutto, da quelle politiche, diventando un prolungamento dei partiti in Parlamento, in modalità spesso deteriori; non è riuscita ad affermare la propria specifica differenza dalla televisione commerciale, finendo per assomigliarvi fin troppo; ha privilegiato rendite di posizione, perdendo progressivamente il contatto con parti crescenti della popolazione, quelle più giovani e dinamiche. Di qui, la domanda: abbiamo ancora bisogno del servizio pubblico radiotelevisivo o si tratta piuttosto di un ferro vecchio da destinare al pensionamento?