Simbolo cristiano e linguaggio umano. Metafisica e storia della metafisica
La riscoperta del linguaggio simbolico nella teologia cattolica è iniziata con i grandi studi di esegesi patristica e di liturgia del Novecento, subito accompagnati da quelli dedicati alle radici giudaiche della prima formulazione della fede cristiana. Nello stesso periodo, la fenomenologia e le scienze umane mettevano in evidenza la caratteristica propria del simbolo - inteso come l'elemento sensibile che fa passare a un livello ontologico diverso - di coinvolgere, o di esprimere, la persona nella sua totalità, operandone e accompagnandone la trasformazione. Di fronte al dialogo che si instaurava tra questi due filoni di ricerca, il filosofo e teologo gesuita Charles André Bernard osservava lapidariamente: "La sfida del simbolo alla teologia è ineludibile". Questa miscellanea, che si rifà al suo pensiero, continua a rilevare la sfida. La modalità interdisciplinare è apparsa la più adatta a delineare i contorni di quell'universo simbolico che penetra le infinite pieghe dell'esperienza dell'essere umano che vive una vita nello spirito, un'esperienza sempre alla ricerca della sua espressione. Ci sono qui il filosofo, l'esegeta, lo psicologo, il teologo, il liturgista, il monaco; ad essi si aggiunge la testimonianza della sapienza religiosa nelle culture tradizionali e nella teologia poetica dell'Oriente semitico, insieme a quella del misticismo islamico sufi.
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