Charles de Foucauld. Il vangelo viene da Nazareth
Perché un professionista della teologia, come Pierangelo Sequeri, si dedica con appassionato interesse a un monaco morto un secolo fa nel Sahara, dopo aver condiviso l'esistenza degli abitanti del deserto e senza aver lasciato un discepolo o fatto un proselito? Che significato ha una vita così 'inutile'? In realtà, Charles de Foucauld è per Sequeri uno dei profeti più incisivi destinati da Dio a questo tempo, al deserto del nostro Occidente secolarizzato. La vita - e la morte, violenta e casuale - di fratel Carlo ha infatti irradiato con nitore incomparabile lo splendore del mistero di Nazaret. L'esistenza nascosta e silenziosa che Gesù vi passò per trent'anni ha un senso radicale e densissimo: Nazaret è il lavoro, la prossimità domestica, la condivisione della vita ordinaria da parte del Figlio di Dio. Così Gesù manifesta la comunione del Padre con l'umanità dell'uomo, annullando ogni distanza: nessuno, neppure il più lontano, è escluso dall'ospitalità di Dio. E se la nuova evangelizzazione dell'Occidente dovesse partire proprio da qui, dallo 'stile' che Charles de Foucauld esemplarmente incarna, a imitazione del Signore e della sua vita a Nazaret?
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